La musica su pc è sempre stata ingiustamente considerata la parente povera, musica di serie B o anche peggio, eppure grazie ad alcuni geniali protagonisti, può sbaragliare la concorrenza...

Sempre guardata con aria di sufficienza se non diffidenza dai musicisti tradizionali, ha raggiunto oramai fulgidi livelli artistici, tanto da non avere nulla da invidiare alle composizioni dei musicisti più affermati, ed ha saputo guadagnarsi una solida reputazione in campo consumer, tanto che ritenere ora che il primo approccio con la musica avvenga per molti utilizzando un pc; sta accadendo infatti quello che già capita in altri campi come il disegno.
L'elettronica ha sposato la musica oramai da 50 anni, e i tempi del glorioso moog sono oramai fotografie sbiadite del passato; la computer music ha fatto davvero passi da gigante, tanto da conquistare praticamente tutti. In questa serie di puntate Ghost Computer Club parlerà della musica su pc, cercando di fare avvicinare i lettori ai principi della musica su pc.

Il formato midi

Nel 1982 fu realizzato lo standard MIDI (Musical Instrument Digital Interface); come dice l'acronimo, lo standard nacque con l'intento di realizzare una modalità di controllo di uno strumento elettronico attraverso l'uso di un altro strumento, generalmente una tastiera; quello che intendeva raggiungere era eseguire una parte su un sintetizzatore e contemporaneamente su un altro collegato via MIDI; protagonista assoluto il suo inventore Dave Smith.
Le porte Midi erano una di ingresso (MIDI IN), una di uscita (MIDI OUT) e una passante (MIDI THRU); grazie alla MIDI THRU, era possibile collegare altri strumenti senza elaborarne il suono; il meccanismo si rivelava davvero efficace per 3-4 strumenti collegati in cascata, oltre a quel numero si avevano ritardi nel suono che limitavano parecchio l'utilizzo; dobbiamo anche tenere conto delle limitate risorse hardware a disposizione a quei tempi.
Il midi non nacque originariamente per il pc, ma fu l'incontro con il pc che rese questo standard davvero popolare ed efficace!

Midi-pc il matrimonio perfetto

Come abbiamo visto, il midi fu realizzato per permettere ad un sintetizzatore di controllarne un altro, ma quello che davvero aprì scenari impensati fu quando si comprese che era possibile utilizzare il formato midi anche per controllare un synth da computer, e quindi anche per registrare brani MIDI nel computer eseguendoli su una tastiera MIDI, utilizzando software appositi chiamati sequencer.
Sull'onda del successo commerciale,apparvero quindi interfacce MIDI per Amiga,Mac; il mitico l'Atari ST, ad esempio aveva l'interfaccia MIDI di serie!

Il pc, a quei tempi era tutto fuorché uno strumento multimediale, considerato che era in possesso di un misero altoparlantino in grado di eseguire toni inespressivi e piatti.
Gli strumenti MIDI di allora, tra cui spiccavano il Roland D50, il Korg MI e l'E-mu Proteus, furono utilizzati per creare musiche di sottofondo in trasmissioni televisive, o brevi stacchetti nelle radio private.
L'interesse era tale che addirittura la sigla della Domenica Sportiva di allora venne realizzata con computer music e ne fu dato ampio risalto come se fosse davvero un evento epocale!

Con il trascorrere del tempo emerse però un problema: le mappe degli strumenti MIDI erano tutte diverse una dall'altra: ad esempio, il messaggio di Program Change 16 su un MI corrispondeva a un suono completamente diverso rispetto ad un D50 o a un Proteus. Per poter eseguire correttamente con il proprio equipaggiamento un brano MIDI creato da terzi era necessario quindi conoscere la configurazione degli strumenti di chi lo aveva composto, ed essa andava ricreata sul proprio sistema; se questa condizione non si verificava, potevano aversi effetti imprevisti, come parti di pianoforte eseguite da violini, parti di chitarra eseguite da batterie, il tutto con ovvie complicazioni; questo problema, limitò di fatto la diffusione del midi, fino al 1991, quando la nascita dello standard General MIDI pose fine a questa "Babele" musicale: lo standard General Midi fissa esattamente a quali suoni deve corrispondere un numero di Program Change su tutti gli strumenti GM-compatibili. Il Program Change 12 otterrà sempre un suono di vibrafono, il 76 un flauto Pan, e cosi con tutti gli strumenti codificati nello standard; grazie a questo standard, diventava possibile eseguire un brano creato da terzi esattamente come era stato concepito, perché i nostri strumenti utilizzeranno automaticamente i suoni giusti. Si erano gettate finalmente le fondamenta solide; grazie al General MIDI si cominciò tutti a parlare la stessa lingua musicale e nacque così un mercato di basi MIDI, ovvero di file MIDI in standard GM contenenti basi di canzoni celebri, che suonavano perfettamente su tutti gli strumenti MIDI GM.

Con l'evoluzione e la diffusione del formato midi, avere fissato a 128 suoni standard era divenuto ben presto una limite; i suoni aggiuntivi non potevano avere una numerazione successiva ai 128 suoni standard, in quanto lo standard MIDI prevedeva solo 128 valori per il messaggio di Program Change.

Così si pensò di utilizzare messaggi SysEx per cambiare da un banco di suoni all'altro: il primo banco aveva i 128 suoni standard, ed i banchi successivi gli altri suoni offerti dallo strumento, in gruppi da 128. Ogni strumento aveva banchi aggiuntivi diversi, e si rischiava di ricadere nuovamente nella confusione, vanificando così i vantaggi della standardizzazione del General MIDI; questo problema fu parzialmente risolto con la presentazione di standard che codificassero anche i suoni aggiuntivi; i due principali produttori, Roland e Yamaha, presentarono ciascuna il proprio standard: GS (General Standard) per Roland e XG per Yamaha. Lo standard GS si basa sul concetto di "variation", ovvero si seleziona uno dei 128 suoni base GM, e poi tramite un altro tipo di messaggio Midi si selezionano variazioni di quel suono, ovvero altri suoni che fanno parte della stessa "famiglia"; in questo modo il massimo numero di suoni codificabile è 65.536 ed è lo standard che ha avuto maggiore successo.
L'XG invece gestisce 128 banchi da 128 suoni, per un totale di 16.384 possibili strumenti. Visto che XG e GS sono tra loro incompatibili, per ottenere una nuova standardizzazione che definitivamente codificasse i suoni aggiuntivi su qualunque marca di Strumenti MIDI è stato infine ideato e proposto lo standard GM (General MIDI 2), che grazie ad un accordo tra Roland e Yamaha fissa una modalità per accedere ai banchi di suoni aggiuntivi che funzioni su tutti gli strumenti di qualunque marca, pone come massimo il numero di 128 banchi da 128 suoni per un totale di 16.384, e fissa già le corrispondenze tra numeri e suoni dei primi due banchi di suoni, ovvero invece dei 128 suoni fissi del GM i suoni fissi aumentano a 256.

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